Traguardo della Corri per la Befana 2019.
Spingo il bottoncino del Garmin appena un passo dopo il tappeto di rilevazione.
Il crono mi dà 46’:50”.
Non mi sembra vero.
Guardo meglio; c’è la fatica, il sudore, il freddo, i riflessi del sole.
Forse mi sto sbagliando.
Macché, ho visto bene, il tempo finale è proprio 46’:50”.
Prima di dare in escandescenza voglio fare un controllo.
Attività. Corsa.
Cronologia. Oggi.
Dettagli. Laps.
Lap 1, 2, 3…
Magari ne ha saltato uno, o anche due; a volte, in condizioni climatiche non ottimali, la tecnologia dà i numeri e col freddo che c’era alla partenza può essere accaduto di tutto.
Controllato.
I giri ci sono tutti.
I tempi sono plausibili.
La progressione è a dir poco… entusiasmante.
Lo dico subito alla persona più vicina, col fiatone, che non si capisce quello che dico, al ragazzo addetto a prelevare il chip dal pettorale: – ho fatto 46’:50”!
– Come?!
Gli faccio vedere il quadrante del Garmin mostrandogli il polso fin davanti al naso e mi godo tutta l’incredulità del suo volto.
– Ho fatto 46’:50”! – Gli ribadisco. E a quel punto mi guarda in faccia, lascia cadere a terra i chip che aveva in mano e… ci abbracciamo, sembriamo il coach e l’atleta dopo la comunicazione del record del mondo.
Mi prendo i primi stupefatti complimenti e poi mi stacco, come il divo che va a prendere l’Oscar sul palco.
Comincio a corricchiare sul viale del traguardo, tipo Usain Bolt scalzo sulla pista inseguito dai fotografi e dal pubblico che scavalca dalle tribune. Avanzo lentamente guardandomi intorno, fra i gazebo, la folla, i travestimenti da befana, le scope, i pacchi regalo ciondolanti dai rami sui pini di Via Lemonia…
E gradualmente aumento il tono della voce, alzando per aria il braccio sinistro mostrando a tutti l’impresa.
– Ho fatto… 46’:50”
Mi avvicinano in parecchi, mi prendono il polso, controllano e dopo un primo, goffo, tentativo di abbracciarmi mentre corro si accodano come fossi il pifferaio magico per continuare a farmi i complimenti.
Cominciano a farsi loro stessi portavoce dell’impresa.
– Ha fatto 46’:50”! – indicandomi davanti a tutti… e dai balconi dei palazzi sulla via dopo le prime domande incredule, aggrappati alla ringhiera, insieme a quelli che escono apposta per la curiosità coprendosi con sciarpe e piumini e ai bambini che si distolgono per qualche secondo dai regali della Befana – come?! 46’e50”?!… Sì!! – e giù applausi, alcuni rientrano per andare a vestirsi e uscire per accodarsi, altri cominciano a scattare foto col cellulare, altri ancora mi invitano per un selfie…
Io proseguo, senza fermarmi, ringrazio tutti, passo al gazebo a riprendere la borsa e subito alla macchina in cerca di un po’ di calma per riflettere.
Nel silenzio dell’abitacolo, mentre ritorno a casa, ripercorro mentalmente la gara.
Il momento chiave?
Sicuramente la decisione di non fermarmi ai ristori.
Posizionati sul rettilineo di via Appia, dopo l’incrocio di Capannelle, ho avuto pochi secondi per decidere; avevo preso un buon passo e mi trovavo in scia di un top che mi dava il ritmo. Decisione sofferta, mi fermo sempre a bere, ma è servita a guadagnare decimi preziosi.
Il momento più difficile?
L’entrata nel parco.
È cambiato il fondo e la mescola delle Brooks Launch non restituiva più la spinta dell’appoggio come sull’asfalto. Mi sono dovuto aiutare con le braccia e improvvisare un nuovo assetto di corsa. Non è stato facile.
Continuo a crogiolarmi. L’eccezionalità del risultato sta soprattutto nell’edizione di quest’anno: per la verificata instabilità del ponticello in legno alla fine dell’8° Km il tragitto è stato notevolmente allungato e, rifacendo i calcoli a mente, potrebbe esserci la concreta possibilità che io sia sceso sotto i 40’ sui 10km.
Non vedo l’ora di collegarmi al pc e verificare con calma la mappa del Garmin con tutte le frequenze cardiache, le accelerazioni, il cambio di passo.
Arrivo a casa, saluto tutti velocemente, non informo nessuno dell’impresa e mi attacco al computer.
Mi accorgo che sono già uscite le classifiche sulla TDS.
Prima della mappa, voglio andare a godermi l’importanza del piazzamento…
…
ed è una doccia gelata.
Guardo impietrito il risultato ufficiale del Real Time sulla classifica.
46’:51”.
Non è possibile, deve esserci un errore.
Esco e rientro nel sito, magari c’è stata una qualche sovrapposizione di dati.
Niente. È così e basta.
…
Pazienza.
Ci avevo creduto.
Aprire l’anno con una prestazione del genere, 46:50, nell’edizione ‘allungata’ mi avrebbe ricompensato dei tanti sacrifici necessari a mantenere un tale livello per questa disciplina.
A 46’e51”… cambia tutto. È una prestazione scialba da confondere in mezzo alle altre.
Concludo, chiedendo scusa a tutte le persone che mi hanno acclamato stamattina lungo Via Lemonia.
Ero in buona fede, vi prego di credermi.
Buona Befana a tutti.