L’Aquila è tornata finalmente a correre….
Sono trascorsi 10 anni da quella mattina in cui dalla prima pagina del Tg5 apprendo che L’Aquila è stata colpita nella notte da una forte scossa di terremoto. Sono in preda al panico, tento di mettermi in contatto con mia sorella che vive proprio lì, alle pendici del Gran Sasso, ma il telefono non prende. Inizio a girare per casa come una furia, non so cosa fare, alla fine con l’angoscia che mi devasta il cuore, decido di partire. Mentre nella mia mente si affollano svariati scenari e cerco di pensare a quale tragitto poter fare per raggiungerla visto che dal telegiornale capisco che l’autostrada è chiusa, ricevo un messaggio che mi tranquillizza, “sono con Mary in macchina, la scossa è stata forte”. Da quel messaggio trascorreranno circa 12 ore prima che mia sorella, ancora in pigiama riuscirà ad arrivare a casa mia.
L’Abruzzo per me costituisce una seconda casa. Da piccola, ogni fine settimana raggiungevamo la stazione sciistica di Campo Imperatore. Mio padre era un patito dello sci, amava la neve, e voleva che noi tre figli imparassimo a sciare. Uno sport bellissimo. Sono stata fortunata, avevo un maestro tutto mio, Emidio, un gran bel ragazzo simpatico e coinvolgente che mi insegnerà a muovere i primi passi sugli sci e che più tardi sposerà mia sorella.
A distanza di 10 anni dal sisma, apprendo che a fine ottobre sarà organizzata una prima edizione della Mezza Maratona; la città sta rinascendo dopo anni di sofferenza. Senza pensarci troppo decido di iscrivermi, correre a ridosso delle montagne che mio cognato mi ha fatto conoscere e insegnato ad amare mi emoziona tanto e lui che oggi non c’è più, sono sicura, ne andrebbe orgoglioso.
La giornata è bellissima, la temperatura perfetta per correre.
Una prima partenza avviene dal palazzo dell’Emiciclo dal quale raggiungiamo la Chiesa delle Anime Sante, costruita in suffragio delle vittime del terremoto del 1703 e che costituisce da sempre il simbolo della ricostruzione.
Un momento di silenzio per ricordare le vittime, un silenzio straziante che si conclude con un applauso al termine del quale, proseguiamo tutti insieme fino alla partenza, attraversando i vicoli e le strade della città caratterizzati da palazzi completamente restaurati e da altri messi in sicurezza e in via di ricostruzione.
Gli Abruzzesi come dice un famoso detto sono forti e gentili, ci hanno accolto nella loro terra straziata dagli eventi sismici, mostrandoci la progressione seppur lenta della rinascita e comunicandoci la volontà di ripartire più forti di prima.