La “Cortina – Dobbiaco”……correre nella natura di Paolo Galasso
Quando 6 mesi fa ho deciso di “tentare la fortuna” iscrivendomi nuovamente ad una gara non avrei mai immaginato quanto sarebbe stato bello poterlo raccontare dopo 48 ore passate a smaltire questa nuova sbornia di adrenalina.
Un gruppo ormai consolidato di amici, alcuni colleghi di lavoro, legati dalla stessa canottiera sociale, quella del GSBR, abituati a sfidarsi sulle tabelle del nostro adorato coach big Luciano, hanno deciso di risalire buona parte della penisola e presentarsi sotto l’arco di partenza della Cortina- Dobbiaco, quella che tutti chiamano la “corsa delle Dolomiti”.
Non ci siamo limitati a farci trovare pronti allo start delle 9,30 schierati, forse per la prima volta in tanti anni di gare uno a fianco dell’altro nella prima fila, con le nostre facce sorridenti, le magliette sociali che raccontavano anni e battaglie differenti, ma abbiamo vissuto intensamente il giorno precedente, il viaggio in pullman, come in una gita scolastica, gli scherzi, gli aneddoti, le fissazioni del pre-gara e le goliardie del post-gara.
Ritirati i pettorali nella splendida cornice del Parco del Grand Hotel Dobbiaco, abbiamo raggiunto la location scelta per il nostro buon ritiro nella frazione di Santa Maria. Un albergo a mezza altezza che ci permetteva di godere di un paesaggio meraviglioso della Val Pusteria a 360°.
Sveglia alle 6, colazione alle 6,30, ritrovo nella hall ore 7,30, pullman per trasferimento a Cortina per le 8,30, neanche il tempo di assaporare la bellissima giornata di sole che ci è stata regalata, guardare il campanile nella piazza principale che ci fa da faro per la sede della partenza, ed ecco lo speaker che ci invita ad entrare nella nostra griglia. Mi sono venuti i brividi, e non solo a me, ripercorrere dopo 18 mesi un rituale che ci sembrava scontato, i visi delle persone affacciate alle finestre un pò perplesse per la presenza di questi 2000 tra uomini e donne in pantaloncini e maglietta, la musica assordante che prepara allo sparo…..si è consumato tutto in pochissimo tempo. La foga di questa nuova “prima volta” ci ha fatto scattare come molle …400 metri di Corso Italia percorsi come una ripetuta, davanti solo 13 bancari lanciati alla conquista della agognata medaglia.
Il tracciato, quasi completamente sterrato (esclusi i primi 2,5km e l’ultimo 1000) ripercorre il percorso dell’ex-ferrovia che collegava le due località, Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco, attraversando paesaggi mozzafiato, immersi nella natura incontaminata. Si parte da Cortina d’Ampezzo (1211 m s.l.m.) e, dopo 30 Km si giunge fino a Dobbiaco. (1210m s.l.m.). In leggera salita (pendenza media 2,5% con punte al 5%) la prima parte (fino al 14^Km 350 m di dislivello), con passaggi in gallerie e ponticelli che sembrano sospesi nel vuoto. Ogni scorcio andrebbe fotografato, ogni attimo andrebbe goduto con calma, assaporato il silenzio e la bellezza della montagna, dei boschi che ci segnano la strada. Nessun incrocio, nessun cartello stradale, nessuno epiteto scagliato contro i prodi runners che con determinazione ed orgoglio affrontano le pietre della salita continua…….ogni metro sempre più in alto in un cielo azzurro e con un’aria meravigliosa. Ormai i prodi Bancari si sono sparpagliati lungo il percorso, i più forti ( Carlo Fornario, Marco Localzo, Valerio Iorio) affrontano la salita con un passo decisamente pimpante, io e Luca Priggione siamo fianco a fianco a goderci questi momenti, dietro di noi a brevissima distanza Armando De Sossi, Fabrizio Abate, Alessandro Squarcia, Paolo Cortese ed Alessandra Testa (unica donna del gruppo piazzatasi alla fine seconda di categoria F55), poco più indietro, anche perché costretti a partire nella griglia seguente, Marco Cavarra, Sebastiano Violante e Fabrizio Rodriguez. Aggiungo tra i partecipanti Bancari Romani anche lo strepitoso Marco Indelicato 45° assoluto e Massimo Caria che non hanno fatto parte della spedizione partita da Roma in allegra brigata. Per i tempi di arrivo fate riferimento al comunicato ufficiale del boss, da me sentirete parlare solo di persone e di passioni.
Ho voluto nominare tutti perché prima di tutto li considero amici, ho il piacere di aver condiviso e condividere con loro molte esperienze, siamo sulla stessa linea d’onda e se poi all’arrivo i tempi di percorrenza ci hanno distanziato è bastato un attimo per ricongiungerci in un abbraccio comune per il traguardo raggiunto. Sono il vecchietto del gruppo per questo mi chiamano Capitano e mai riconoscimento simbolico è stato più gradito. Fare la salita è stato alla fine un attimo in questo scenario da documentario, la natura come unico spettatore della nostra “impresa” il tutto sempre con le Dolomiti a fianco, fino allo scollinamento del Passo Cima Banche (1560 m, altezza massima del tracciato), che divide non solo le due località, ma anche due province e due regioni diverse: rispettivamente, Belluno in Veneto, e Bolzano in Alto Adige. Continuando il percorso si scende, a velocità sempre più sostenute dove le lunghe leve del mio compagno di avventura lo fanno volare verso il traguardo, superato il lago di Landro, poco dopo sulla destra si erge il simbolo di questi luoghi: le Tre Cime di Lavaredo. Imponenti e maestose, sono note in tutto il mondo per la loro bellezza e il loro fascino. Dopo pochi chilometri, si tocca il lago alpino di Dobbiaco, altra chicca del percorso. Qualche sentore di crampi verso il 26^km, dovuti soprattutto alla lunga discesa, mi fanno ritenere opportuno rallentare per finire con il sorriso, vengo raggiunto e superato da qualcuno ma i miei occhi brillano comunque per il paesaggio che mi scorre di fianco, i colori, il verde acceso degli abeti maestosi e dei prati tagliati con precisione chirurgica, il verde-azzurro delle acque limpide dei laghi, la lussureggiante presenza di cascate di gerani multicolore sui balconi delle splendide case di legno del luogo.
Uscendo dal bosco si intravedono le prime case di Dobbiaco, si lascia lo sterrato, siamo all’ultimo chilometro. Corso metro dopo metro non vorrei che finisse questa bellissima gara, so che mi aspettano gli amici arrivati prima di me, aspetto quelli che arrivano dopo di me fino all’ultimo che sarà sempre “uno” che ha corso la “Corsa delle Dolomiti”. Esperienza unica, spesso si dice la più bella che ho fatto, da rifare…..non lo so, forse sì, ma di una cosa sono certo se la vivrete come l’ho vissuta io sarà Indimenticabile.
P.S. per finire una parola per ognuno dei miei compagni di viaggio/corsa….tutti e 13 meravigliosi: Carlo diventerà uno dei top del gruppo, Marco Localzo è il miglior interprete del termine “falla in progressione”, Luca non è solo un fatto di leve lunghe ma di scienza applicata alla corsa, Valerio un trottolino inarrestabile, Paolo Cortese sarà la scoperta per i prossimi anni, Armando capacità di tirare fuori il massimo con il giusto sforzo, Alessandro sta acquisendo una grande maturità di corsa, Fabrizio Abate non è la sua distanza ma vuole essere della partita sempre con il suo disarmante sorriso, Marco Cavarra sta mettendo a frutto gli insegnamenti del coach, Alessandra un sorriso aperto una certezza nel risultato, Sebastiano nessuno come Lui rende possibile l’impossibile…anche con lo strudel, Fabrizio Rodriguez è appena arrivato ma la strada è ben avviata.
Ciao
Alla prossima
Paolo