CAMPIONATI EUROPEI DI JOELETTE A SAINT ETIENNE

Dopo la prima esperienza del team Joelette GSBR #MOCCIARUN al Corriroma, che ci aveva riservato tante emozioni, un po’ di fatica ed anche un pizzico di spavento per un passaggio in “piega” non completamento previsto, in occasione dell’ultimo allenamento specifico, previsto sabato 21 settembre sulla ciclabile di Tor di Quinto, il nostro Team ha provato la Joelette TWIN, ovvero la versione a due ruote.

Buone le sensazioni e tempi sicuramente interessanti: 5 km ad una media di 4’ e 36” al km ci hanno convinti ad optare per questa soluzione, forse un po’ meno veloce ma sicuramente più stabile, per la imminente prova di  Campionato Europeo che ci attendeva il sabato successivo in quel di Saint Etienne.

Ed è così che, caricata la Joelette in macchina, venerdì scorso di buon ora ci siamo diretti all’aeroporto di Fiumicino dove il Team #MOCCIARUN si è ritrovato carico come non mai per effettuare le operazioni di check-in ed imbarco alla volta della Francia: emozione, abbracci  ed una buona dose di goliardia ci hanno accompagnato sull’aereo della compagnia Vueling.

Dopo circa un’ora e mezza, durante la quale il solito Andrea Cacciani coinvolgeva da par suo  gran parte dei passeggeri nella soluzione dei cruciverba della Settimana Enigmistica, siamo sbarcati a Saint Etienne, dove avremmo ritrovato gli altri Team Italiani che, grazie alla iniziativa della SOD Italia Onlus della vulcanica Presidente Diana Vitali, avrebbero preso parte alla kermesse.

Dopo aver preso le auto a noleggio nell’Aeroporto di Lione, ci siamo diretti a Saint Etienne e dopo qualche variazione involontaria di percorso (abbiamo “litigato” con il navigatore) siamo giunti nell’Ibis Hotel vicino alla stazione, dove era previsto che alloggiassimo insieme a tutti i componenti della spedizione italiana.

Il tempo di scaricare i bagagli, lasciare Andrea Moccia, la moglie Francesca e la mia Santa Consorte Patrizia al meritato riposo e via alla volta del Parco Sportivo di Meons, dove il giorno successivo si sarebbe tenuta la competizione.

Qui abbiamo trovato una serie di impianti e diversi percorsi per running, ciclismo e roller, ma il tracciato di gara non era ancora stato segnato: tutto abbastanza pianeggiante tranne una salita talmente sconnessa da farci (erroneamente) pensare che non poteva certo essere parte del percorso di gara!

Sgambata di mezz’ora giusto per guardarci intorno e per capire che le gambe, dopo il viaggio, era diventate di un materiale ligneo/marmoreo e poi di nuovo in Hotel per ricongiungerci anche con gli altri Team italiani, nel frattempo arrivati da Roma, nei quali tra gli altri erano presenti i “nostri” Paolo Galasso e Carlo Fornario.

La cena presso il vicino ristorante italiano “il Capriccio”, gestito da nostri connazionali provenienti dalle Marche, ci ha consentito di stringere i rapporti con gli altri membri dei Team, persone fantastiche che ci hanno trasmesso una grande positività e che ci hanno confermato il vero senso di questa iniziativa: ovvero non solo una gara ma soprattutto un momento importante per promuovere sport ed inclusione, a prescindere da handicap e barriere di qualsiasi tipo e livello.

Il giorno successivo siamo prepotentemente entrati in clima gara e al ritiro pettorali abbiamo appreso che il Team campione del mondo non sarebbe stato presente: ciò ha fatto salire improvvisamente la nostra adrenalina e con Manuel, Andrea e Marco abbiamo iniziato a dirci: “vuoi vedere che abbiamo qualche chance per salire sul podio?”

Arrivati nel campo di gara, abbiamo montato e sistemato la Joelette nel box numero 33 (nostro pettorale di gara) ubicato all’interno del Velodromo Roger Riviere, dove erano previste la partenza e l’arrivo, abbiamo partecipato al briefing tecnico effettuato rigorosamente in lingua francese (capendo pochissimo ma per fortuna avevamo ricevuto le istruzioni in italiano dalla Presidente Diana) e poi impazienti siamo andati tutti insieme a fare un giro di riscaldamento e di esplorazione del percorso di gara, un giro di 3,2 km.

Con grande sorpresa abbiamo appreso che la fantomatica salita, impervia e sconnessa, era parte del percorso da ripetere tre volte, al pari di una serie di dossi sterrati normalmente utilizzati per le prove di BMX/Ciclocross!

Il programma prevedeva la partenza di due squadre per volta, a distanza di un minuto tra uno start ed il successivo, con un team di cronometristi a rilevare i tempi di gara; non era previsto il chip e la prova di aver compiuto i tre giri del percorso sarebbe stata rappresentata dalla presenza sul pettorale di Andrea Moccia di tre bollini di diverso colore che alcuni bambini ingaggiati dagli organizzatori gli avrebbero attaccato in punto preciso del percorso che, ovviamente, avremmo dovuto affrontare rallentando.

Lo start tra le urla del pubblico e via sul velodromo di buon passo ma nonostante tutto veniamo sorpassati alla prima curva dal team partito insieme a noi! Stringiamo i denti e ci mettiamo ad inseguire, quando vediamo gli avversari iniziare a sbandare per via di un ritmo troppo sostenuto: a quel punto scartiamo a sinistra e prima di una curva effettuiamo il primo di una serie di sorpassi, alcuni davvero mozzafiato, che hanno caratterizzato tutta la nostra gara.

Andrea Moccia, solitamente taciturno e concentrato, dopo ogni sorpasso ci incoraggiava, dicendoci: “bravi, stiamo andando benissimo, continuiamo cosi!”

Ad ogni passaggio sul traguardo lo speaker citava “les Italien dei Bancari Romani e noi urlavamo e ci incoraggiavamo a vicenda, sempre più carichi e determinati…

Inutile dire che ad ogni giro la salita sembrava più dura, ad un certo punto Manuel a testa bassa spingeva talmente forte che quasi tamponava un team che ci precedeva, poi all’interno del velodromo a momenti davamo una “sportellata” ad un altro team più lento che ci lasciava strada quasi finendo nell’erba!

Nell’ultimo giro iniziavamo a percepire tanta stanchezza, lo sforzo si faceva sentire ma non mollavamo: nella mia mente rimarrà impresso l’ultimo tratto sui dossi, affrontati con un urlo ad ogni salita e l’arrivo a tutta velocità nel velodromo, con il tricolore spiegato e un’emozione fortissima che prendeva il sopravvento: 46’ il tempo finale, ma il nostro abbraccio dopo la finish line in mezzo agli applausi è stato qualcosa di veramente unico ed indimenticabile.

Tornati al box 33 ci siamo sdraiati sull’erba ed abbiamo atteso l’arrivo degli altri Team italiani, molto stanchi ma troppo curiosi di capire come eravamo andati e come ci saremmo posizionati; a seguire abbiamo preso il ristoro e siamo tornati alle macchine, per cambiarci e smontare la Joelette, in attesa della classifica finale.

Quando ci hanno chiamato sul podio come terzi classificati il boato italiano è stato clamoroso, ricevute le coppe dalle autorità locali abbiamo fatto salire sul palco tutti gli altri membri dei Team italiani e la baraonda è stata totale!

Vedere il sorriso di Andrea Moccia sul podio è stato bellissimo, il vero premio per un’esperienza unica ed indimenticabile.

Esperienza che si è conclusa con la successiva cena di gala di tutti i partecipanti, tenutasi nella prestigiosa cornice del ristorante dello Stadio Geoffroy Guichard, casa del glorioso Saint Etienne, generosamente offerta dalla Presidente della SOD Italia Onlus Diana Vitali.

Serata dai toni piuttosto sobri che, ovviamente è stata ravvivata dalla compagine italiana ed in particolare dal nostro Andrea Cacciani, culminata con una performance canora sul testo di Volare che ha finito per scatenare tutti i presenti, non solo noi italiani.

Al mattino della domenica ci siamo salutati con gli altri Team e ci siamo nuovamente diretti all’aeroporto di Lione dal quale siamo ripartiti per tornare a casa, un po’ stanchi ma decisamente orgogliosi, soddisfatti ed enormemente arricchiti, soprattutto sul piano umano,  per l’esperienza vissuta.

In conclusione non possiamo che dire grazie ad Andrea e Francesca, coppia splendida, che hanno aderito con entusiasmo a questa iniziativa, grazie alla SOD Italia Onlus che, con Diana Vitali e Carlo Fornario, ci hanno dato questa opportunità unica, grazie al nostro grande GSBR, sempre pronto a raccogliere le sfide e a mostrare grande sensibilità ed attenzione per le tematiche più importanti.

Prima di lasciare spazio alle sensazioni degli altri amici che hanno contribuito a scrivere questa nuova ed importante pagina della storia del GSBRUN, vi diamo appuntamento alle prossime gare e ci raccomandiamo di farci sapere chi è interessato a partecipare in qualità di Alfiere perché, come ha scritto il nostro Super Coach Luciano parafrasando Andrea Moccia, andiamo avanti e alziamo l’asticella!

Ignazio Stefano Farina

 

La mia avventura con le joelette è iniziata quando la prima domenica di settembre, quando ho visto questa bicicletta speciale e mi sono domandato che cosa è? ,poi ho capito che nel giro di un mese la mia vita si sarebbe arricchita di tante emozioni! Ho letto l’invito del mio gruppo a partecipare a questa avventura con Andrea e senza neanche pensarci ho mandato la mia adesione e dopo qualche giorno Laura mi ha mandato un programma per il 29 sett, confermando un primo allenamento sulla ciclabile. Entusiasmo a mille e dopo due allenamenti e una “gara “ a Roma, siamo arrivati in terra francese con il team Moccia del nostro GSBRUN. Un viaggio con Andrea e Francesca nel nostro stile allegro divertente e spensierato, toccando con mano e vivendo tutte le problematiche di un disabile ma sempre con un  sorriso sulle labbra;ci siamo divertiti! Tutto perfettamente organizzato, ci siamo uniti al gruppo Sod Italia Running team dove abbiamo conosciuto Carletto, Maurizio e Carol che insieme ad Andrea sarebbero stati i capitani dei quattro team italiani in gara. Nasce subito un feeling con loro e tutti i loro speciali accompagnatori. Clima disteso e divertente nel quale i quattro capitani ci hanno trasmesso una carica e una gioia che non dimenticherò mai. Arriva il momento della gara ,il sabato pomeriggio! noi che siamo abituati a correre la domenica mattina all’alba, abbiamo tutto il tempo per poterci godere al meglio tutta la preparazione dell’evento e unirci ai quaranta team che prenderanno parte ai campionati europei. Pronti e via per i tre giri del circuito con l’incoraggiamento del nostro Andrea ,tra ali di folla che ad ogni metro fanno un tifo scatenato. Mi è rimasto nel cuore e nella mente ogni passo ,ogni momento ,ogni sguardo e ogni sorriso dei partecipanti, sono stato fortunato a vivere tutto questo! Con un buon risultato siamo saliti sul podio condividendo la nostra gioia con tutti gli altri team italiani, che spettacolo tutti sul podio! Torniamo in albergo pieni di emozioni, e ci ritroviamo alla cena di gala offerta dalla organizzazione. Il nostro spirito goliardico “italico” ha reso anche questo momento felice e divertente. Durante il viaggio di  ritorno a casa del giorno dopo, in uno dei miei pochi momenti di silenzio , ho pensato molto e rivivendo tutte le emozioni dei giorni precedenti, ho realizzato ancora di più che la “vita è troppo bella” e che possiamo dare e ricevere tantissimo con piccoli gesti!

Andrea Caccians

 

Descrivere una trasferta così importante in poche righe è praticamente impossibile, proverò a riassumerla dividendola in tre parti: organizzativa, competitiva e umana. Dal punto di vista organizzativo capisci subito che se l’appuntamento in aeroporto è alle 9 e tutti arrivano un’ora prima… sei al top e se poi in Francia all’autonoleggio il poliglotta Andrea Cacciani sfoggia un “s’è rott?” per descrivere una cosa rotta… potrà andare tutto alla perfezione e così è stato. La gara per noi comincia il venerdì, il nostro capitano (Ignazio Farina) ci porta sul percorso gara, lo studiamo con l’unica certezza che sicuramente non passerà sui campi da cross delle bmx e su delle scarpate complicate anche a piedi, perfetto! Sabato capiamo invece che in quei punti non solo si passa ma si fa la differenza… Il giorno gara studiamo tutto e tutti, Andrea Moccia non parla molto ma ci fa sapere che salta il pranzo per essere più leggero e questo mi fa capire molto sul campione che è. La gara inizia in un velodromo, si parte in coppia e dopo 100 metri alla prima curva veniamo sorpassati da un equipaggio che non sembrava fortissimo, lo sconforto ci dura altri 300 metri durante i quali pensiamo di aver sbagliato tutto, dalla scelta della joelette a 2 ruote alla formazione di partenza, poi vediamo che i nostri rivali si accasciano su un fianco lasciandoci il passo e in quel momento il grande Ignazio ci dice: “pensiamo a noi… facciamo il passo… costanti!”. Manuel comincia a spingere, un portento che non si ferma mai, nemmeno in salita quando stampa il mio viso sul sedere del concorrente che ci precedeva perché non aveva visto che erano fermi… testa bassa e tanta spinta… il primo dei 3 giri è di studio, impariamo sempre cose nuove, sorpassi, salite, discese, sterrato, tutte novità che al secondo ci permetto di diventare più “cattivi”, eseguiamo una serie di sorpassi esaltanti, facciamo cambi convinti di poter respirare ma il ritmo non permette grandi recuperi perché stiamo dando tutti il massimo. Andrea Cacciani nonostante un problema al polpaccio spinge come non ci fosse un domani, Manuel tira e spinge per due, Ignazio è una locomotiva, Andrea Moccia ci incita ed io cerco di dare tutto, mi sento fiero di far parte di questo gruppo, sto al settimo cielo… Il terzo giro è il più complicato, le forze vengono meno e il pensiero di dover riaffrontare le salite e lo sterrato diventa un incubo, ma è anche vero che poi manca poco, tra urla e imprecazioni di tutti i tipi arriviamo agli ultimi mille dove spolveriamo un bel 4.10… ci siamo, entrata nel velodromo, ultima curva, traguardo… ci guardiamo e dopo i rituali abbracci diciamo… nessuno ci ha passato… i sorpassi sono stati tanti… vuoi vedere che…? Alle 17 scopriamo di essere terzi agli europei, dietro a due equipaggi fortissimi, sul podio è festa e da bravi italiani monopolizziamo il palco, Ignazio prende il microfono e intrattiene il pubblico, salgono anche gli altri equipaggi italiani, praticamente come se avessimo vinto tutto noi ed i francesi quasi più felici di noi.

Tre giorni del genere lasciano il segno, stare a contatto con persone meravigliose che ogni giorno superano con il sorriso problemi che abbatterebbero chiunque, rende sicuramente migliori, ho ricevuto molto di più di ciò che ho dato, in testa mi rimangono solo i sorrisi di mamme e papà unici, di amici eccezionali, di bambini commossi per una coppa ricevuta, gli occhi di Andrea Moccia e la dolcezza di sua moglie Francesca, le difficoltà anche solo per superare un gradino, una porta che non si apre, un passaggio stretto, ti rendi conto che il mondo andrebbe riprogettato da capo, visto da un altro punto di vista, non sono sicuro di aver ringraziato tutti abbastanza, di certo so che difficilmente farò più a meno di queste persone.

Marco Caponeri

 

 

Aggiungo poche righe alle sensazioni riportate da coloro con i quali ho condiviso questa esperienza ed in attesa poi di leggere le parole del nostro Andrea Moccia.

In questi oltre 10 anni di militanza nel GSBRUN mi è capitato di conoscere persone straordinarie che mi hanno aperto prospettive che mai avrei pensato di intercettare.

Grazie a Carlo, Diana e gli altri ragazzi della SOD Italia Onlus, ci siamo affacciati sul mondo della joelette. Sono partito con diverse perplessità, spinto prevalentemente dall’idea di portare avanti questo progetto coinvolgendo il nostro sfortunato campione.

Torno a casa con un bagaglio di emozioni nuove, guidate dalla certezza che questo strumento, la joelette appunto, rappresenta veramente una nuova possibilità, un nuovo modo di vivere lo sport e la socialità. Onorato quindi di aver fatto parte del Team #MOCCIARUN e di aver preso pienamente coscienza delle attività della SOD interagendo con i suoi rappresentanti. Viva Andrea, Carol, Maurizietto e Carletto ed il loro contagioso entusiasmo!

Manuel Arrigoni

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