A distanza di pochi giorni dal rientro a casa, ancora penso alla Maratona di Londra. È una gara, delle 140 da me corse in quasi tutto il globo terrestre che mi ha sorpreso e mi ha suscitato grandi emozioni. “Sarebbe bello, per non dire stupendo…” come cantava qualcuno, che tutte le maratone ed anche ultra-maratone fossero così perfette, una perfezione che nasce non nell’organizzazione che di per sè è già formidabile e le ha dato l’appellativo di “major”, quanto per il pubblico unito, compatto, condividente un solo ed unico battito rivolto a tutti noi podisti amatoriali che sotto un caldo torrido abbiamo dato il meglio di noi.
Come dicevo, a parte il caldo unico e da record, mai percepito nelle tante volte che sono stato nella “casa” della Queen da turista, è stato il pubblico che mi ha lasciato basito, colpito, esterrefatto. Mai vista tanta gente così eccitata ed incitante, numerosa, ma soprattutto,pazzescamente, così partecipe.
Sarà stata la presenza in corsa dell’idolo di casa Mo Farah, terzo al traguardo con il nuovo record britannico a far riversare nelle strade quasi 500 mila londinesi ma al solo chiudere gli occhi e ritrovare gli sguardi di alcuni di loro mi vengono i brividi.
Ho visto famiglie intere, semplici curiosi, bambini, amici accampati per ore a bordo delle strade con tanto di ombrelloni, asciugamani, piccole sedie. Insomma di tutto e di più.
Oltre alle classiche caramelle zuccherate e ai dolcetti gommosi con le forme degli animali, persino ghiaccioli alla frutta, spicchi di arance, orsetti di liquirizia, mele, banane, frutta secca ci venivano dolcemente forniti da chi era con la testa, le gambe, ma soprattutto il cuore, li con noi. E poi loro, i volontari della London Marathon, impeccabili, precisi nei minimi dettagli, in tanti, tantissimi, migliaia e come noi hanno sofferto il caldo riparati da un semplice ed unico cappellino nero fornito dall’organizzazione.
Le Maratone, sempre e rigorosamente con la M maiuscola sono tutte belle, ognuna ti fa vivere la propria personale emozione e con lei ti porti a casa ogni volta una storia da ricordare e raccontare a chi ti vuole bene, ma questa, credetemi, è stata veramente super in tutto, non solo nel caldo. Per me che ho corso più volte Berlino e New York, che ho toccato con mano Boston e Chicago vi dico che Londra, quella che ho portato a termine io in questo fine settimana, non ha rivali sommando i tre fattori principali: pubblico, percorso e organizzazione.
Mettiamoci anche che ho vissuto l’emozionante esperienza di distogliere totalmente lo sguardo al mio crono per aiutare chi, preso forse dalla stanchezza, da capogiri dovuti al forte caldo o dalla semplice emozione di esser quasi al traguardo della sua prima maratona, a poche miglia dall’arrivo decideva di accasciarsi al suolo circondato da infermieri fermando così il suo timer.
E’ stato un attimo che quel ragazzo di nome Charlie, un bel ragazzotto inglese over 90kg, rialzato da me e preso sotto braccio pregandomi di non lasciarlo, insieme ad un altro valido concorrente giunto in mio aiuto, camminando per circa 20 minuti ha potuto con noi alzare le braccia al cielo ed essere anche lui uno dei 40 mila finisher. Sono esperienze che ritornando a parlare di musica definirei come: “…tu chiamale se vuoi, emozioni…”.
Mi vengono in mente tante cose, ma per non dilungarmi troppo ne voglio menzionare solamente due.
La prima pertinente il percorso con il passaggio sul Tower Bridge, tra i 3 ponti più fotografati e famosi al mondo a dimostrazione di quanto possa essere bella questa Maratona. La seconda rivolta alle tante maschere che sfarzosamente e non so come, sono riuscite a giungere al traguardo anche camminando. Ne ho viste alcune veramente “estreme”, ma forse in quei “corpi” vi erano persone altrettanto “estreme” a cui va tutto il mio entusiasmo di aver vissuto, corso, ma soprattutto amato questi lunghissimi #quarantaduemilacentonovantacinquemetri.
Non è un addio, ma un arrivederci, 140 maratone sono tante, forse troppe per la mia giovane età.
Un numero tondo che però non mi piace e quanto prima toccherò 150, ma non ora, ora volgo le attenzioni ad altri traguardi sperando di realizzare altri importanti sogni!