Percorso di una bellezza mozzafiato all’interno delle Ville di Frascati.
Esaminando a posteriori la gara posso dire che bisognava rispettare tre obiettivi.
Primo.
Correre sempre, per tutto il percorso, senza mai inserire tratti camminati.
Le salite sono state così tante, così lunghe e così ripide che molti runners hanno ceduto, camminando per lunghi tratti.
Io no, io ce l’ho fatta, ho corso sempre, a volte pianissimo sulla pendenza impossibile, ma sempre di corsa.
Massacrante.
Bravo.
Grazie.
Secondo.
E’ un obiettivo un po’ figlio del primo: finire la corsa.
E l’ho finita.
Sono stati parecchi i runners che ho visto sedere ai bordi della strada e farsi da parte.
Non necessariamente lungo le salite.
Anche nelle discese. Alcune veramente proibitive, ingovernabili e scoscese più delle correnti in un rafting.
Discese dove si cascava, dove ci si infortunava, dove ci si fermava.
Bè, potevi andare più piano.
Certo, ma allora non venivo a fare le discese delle Ville Tuscolane, qui il bello, con l’alibi della gara e di dover recuperare il tempo perso nelle salite, è proprio buttarsi a mulinello sulla discesa, senza sapere se rimarrai in piedi al prossimo appoggio, è proprio tuffare la scarpetta nel fango del sentiero scosceso, sul sampietrino verticale, sullo scalino al buio, prendere sempre più velocità ad ogni falcata, arrivare a quel punto che è impossibile fermarsi alla curva a gomito e allora sbatti di sponda, come al luna park, per mantenere la traiettoria, e tremi, con un sorriso, ogni volta che per miracolo rimani in equilibrio.
Thriller.
Bravo.
Grazie.
Terzo.
…
…
Rispettare il tempo che mi ero prefissato.
La volevo finire in 36 minuti.
E se non fosse stato per i 15 minuti che ho perso nel liberarmi dall’imbottigliamento della partenza, ce l’avrei fatta.
Inaffidabile …
… ma Bravo.
Grazie.